Ora d'aria
l'Unità, 24 agosto 2009È stata proprio una
bella estate. L’estate dei
Nuovi Mostri, come li chiama Oliviero Beha
nel suo ultimo libro (Chiarelettere, pp.281, 13,6 euro). «La vera
legge-vergogna - scrive Beha di questi anni -, che le riassume tutte, è
proprio questa: la vergogna assunta per legge come norma dei
comportamenti sempre più diffusi e la ridda di
cattivi esempi
dall’alto, naturalmente attribuiti agli “altri”. La vergogna di non
provare vergogna». Quello che vuole arrestare le prostitute e i
clienti, e che incidentalmente è anche il capo del governo, si scopre
cliente di prostitute (ma con «simpatia ed eleganza»). È lo stesso che
s’è tenuto in casa un mafioso per due anni e un amico dei mafiosi per
trenta, e ora vuole «passare alla storia come quello che ha sconfitto
la mafia». Lo stesso che ha distrutto il calcio con aste miliardarie e
ingaggi strabilianti, e ora denuncia che «gli inammissibili stipendi
dei calciatori rovinano il calcio». Lo stesso che viola la privacy
altrui con milioni di foto sui suoi giornali di gossip, ma denuncia i
giornali che fotografano lui. Lo stesso che, essendo notoriamente il
cofondatore dell’alleanza contro il terrorismo, sta per volare un’altra
volta
dall’amico Gheddafi, amico suo e dei terroristi.
Intanto l’amico
dei mafiosi, al secolo
Marcello Dell’Utri, chiede una commissione
parlamentare d’inchiesta su chi, Dio non voglia, ha trattato con la
mafia durante le stragi del 1992-’93 (quando lui riceveva nel suo
ufficio un boss, sempre lo stesso,
Vittorio Mangano, appena uscito di
galera dove aveva scontato una condanna per mafia e una per traffico di
droga). Littorio Feltri torna al Giornale e, per elogiare il padrone,
non trova di meglio che dire che Agnelli era peggio di lui (già,
peccato che Agnelli non sia mai stato capo del governo e, detto per
inciso, sia pure morto). Poi, per dare il buon esempio, si porta al
Giornale due condannati in primo grado:
Renato Farina e Luciano Moggi
(più che un quotidiano, pare l’ora d’aria).
D’altronde i veri criminali
sono altri: per esempio i 5 eritrei scampati all’ultimo naufragio di
Lampedusa: la legge
Berlusconi-Maroni-Hitler impone di incriminarli per
immigrazione clandestina, così imparano a sopravvivere; la prossima
volta facciano il favore di affogare come gli altri 73. O di girare
alla larga dall’Italia, paese meraviglioso dove chi è senza pane si
compra un telefonino nuovo. Dove il finanziere Zunino, pluriinquisito,
è sull’orlo del fallimento, ma con una holding chiamata «Risanamento».
Dove i reati, secondo il governo, sono in calo, ma le carceri
scoppiano. Dove tolgono la scorta al testimone anti-’ndrangheta
Pino
Masciari, periodicamente visitato dagli amici degli amici, ma la danno
a
Vittorio Sgarbi perché si sente minacciato (
mandante: Beppe Grillo).
Intanto ferve nel Pd il dibattito sulla presenza della Carfagna alla
festa dell’Unità, o come diavolo si chiama. E fior di politici e
intellettuali s’interrogano sull’appello del capo dello Stato per
l’Unità d’Italia. Per il congresso di Vienna, c’è tempo.
Ps. Questa è la mia ultima rubrica su l’Unità. Ancora grazie di cuore a tutti i colleghi e i lettori.
(Vignetta di Natangelo)
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