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La mosca tzé-tzé
da L'Antefatto
Debora Serracchiani non si candida a leader del Pd.
Ha capito che l’avrebbero massacrata,
come accade a chiunque non sia un boss di apparato, non stia in
Parlamento da almeno trent’anni e piaccia almeno un pochino agli
elettori (guardate come hanno ridotto Sergio Cofferati). Ma, siccome ha
deciso di non sparire dalla circolazione e ha osato financo rilasciare
un’intervista a Curzio Maltese su Repubblica contro D’Alema e il suo prestanome Bersani, la massacrano lo stesso. Il presidente della Provincia di Roma,
Nicola Zingaretti,
il fratello di Montalbano, la prende in giro per aver detto che
Franceschini "è il più simpatico": "Se questo è il criterio, peccato
che siano morti Totò e Tina Pica. Erano molto simpatici e sarebbero
stati un ticket straordinario".
Si fa vivo persino
Marco Follini,
già segretario dei giovani Dc dal 1977 all’80; membro della Direzione
nazionale Dc dal 1980 all’86; consigliere di amministrazione della Rai
dal 1986 al ’93; membro della Direzione nazionale del Ccd dal ’94;
segretario dell’Udc dal 2001 al 2005; vicepremier del governo
Berlusconi-2 nel 2004; dopo aver votato tutte le leggi vergogna di
Berlusconi, nel 2007 è passato al centrosinistra ed è deputato da
quattro legislature.
Bene, questo
campione del nuovo che avanza,
anzi del vecchio che è avanzato, fa lo spiritoso: "Ho letto una densa e
pensosa intervista di Deborah Serracchiani che annuncia che voterà
Franceschini 'perché' è più simpatico. Ora finalmente so a cosa serve
il rinnovamento: a sbaragliare gli antipatici". Anche un altro giovine
virgulto come
Barbara Pollastrini,
che nel ’68 era maoista con Servire il Popolo, poi 40 anni fa entrò nel
Pci, poi fu consigliere comunale a Milano, poi deputata dal 1992 (siamo
alla sesta legislatura) e due volte ministro, ce l’ha con la
Serracchiani: "Potrei rispondere che preferisco Bersani perché sa
cantare...'. Ma per favore, non scherziamo! Cerchiamo di rispettarci di
più e di saperci ascoltare". Poteva mancare l’illuminato parere del
pregiudicato Enzo Carra? No che non poteva, e infatti ecco l’ex portavoce di Forlani, deputato da tre legislature e condannato in Cassazione per
false dichiarazioni al pool Mani Pulite sulla maxitangente Enimont:
"La 'promessa' Debora Serracchiani ha rivelato di stare dalla parte di
Franceschini 'perché è il più simpatico'. Un buon motivo, non c'è
dubbio.
Ma basta per la leadership di un grande partito? Nel mondo di
Debora il leader è biondo, bello, di gentile aspetto. E la colonna
sonora è dell'orchestra Casadei: 'Tu sei la mia simpatia'…".
Roberto Giachetti,
ex radicale, poi margherito, ora pidino, celebre per aver invitato
Giuliano Ferrara come libero docente alla scuola quadri del Pd, in
Parlamento da tre legislature, esprime
solidarietà al povero D'Alema,
minacciato dalla terribile Debora: "Sento la necessità di esprimere
pubblicamente, attraverso
il blog, tutta la mia stima nei confronti di
Massimo D'Alema anche in ragione del contributo sincero che ha dato
alla costruzione del Pd".
Naturalmente la Serracchiani non ha detto di aver scelto Franceschini
solo per la simpatia, ma soprattutto perché lo ritiene il più “bravo,
innovativo, coraggioso” fra i candidati su piazza (che sono due),
mentre “dall’altra parte c’è D’Alema” e
“l’apparato”.
Poi ha parlato di “laicità, questione morale, conflitto d’interessi,
riforma del Welfare” e soprattutto di “difendere le primarie da chi
vorrebbe abolirle”, per “aprire il partito al rinnovamento” e “chiamare
gente nuova”. E’ comprensibile che le muffe di cui sopra, al solo
sentire parole come “primarie”,
“questione morale”,
“rinnovamento” e “gente nuova”, mettano mano alla fondina. Presto per
dire se Debora abbia scelto l’amico giusto, Franceschini. Ma una cosa è
certa:
i nemici se li sa scegliere benissimo.
(Vignetta di Natangelo)
Segnalazioni
L'anarchico borghese - Guarda il video
Auditorium della cultura friulana (Gorizia, 23 maggio 2009)
Un dialogo per ripercorre il giornalismo d'autore: giornalista e scrittore, acuto interprete della realtà italiana per oltre mezzo secolo, Indro Montanelli è esempio di una capacità di scrivere e documentare unica, modello di un modo di fare informazione al servizio non di uno né di pochi, ma di tutta la cittadinanza.
Interventi di Massimo Fini, Raffaele Liucci, Marco Travaglio, coordina Sandro Gerbi.
Il vero padre del Crocefisso - di Stella Rudolph