
Strano che un giornalista serio come
Riccardo Barenghi parli di “Nemesi per Di Pietro” a proposito del figlio indagato; e àuguri all’ex pm di “uscire personalmente pulito”; e concluda che “così fan tutti”, ma “sarà più difficile a Di Pietro tuonare contro il malaffare”. Forse gli è sfuggito che
Di Pietro non è indagato né sospettato di nulla, dunque non deve uscire pulito da niente. Quanto alla Nemesi, forse dimentica che nel 1994-’98 Di Pietro fu indagato decine di volte dalla celebre
Procura di Brescia per corruzione, concussione e abuso, nonché perquisito 64 volte in un giorno, poi fu sempre
prosciolto dal Gip perchè le indagini non stavano in piedi. Al confronto l’ultima campagna è acqua fresca. Pure allora si parlava di Nemesi.
I ladri brandivano grimaldelli e piedi di porco in segno di vittoria. Poi dovettero rassegnarsi: il malfattore che li aveva colti con le mani nel sacco non aveva fatto niente. Ora si ricomincia. Sulla nave da crociera che porta i pellegrini craxiani sulla tomba del noto latitante, si brinda.
Enzo Carra, falso testimone pregiudicato, azzarda paragoni tra sé e Di Pietro, che purtroppo è solo un testimone incensurato.
Paolo Pillitteri, il cognato di Craxi che faceva il sindaco di Milano, riceveva le
mazzette da Mario Chiesa “in una busta nascosta in un giornale” e s’è beccato 4 anni per corruzione, parla di “legge del contrappasso” perchè “Di Pietro predica bene e razzola male” e ricorda le parole di
San Bettino: “La ruota gira”. Sono soddisfazioni. Arsenio Lupin si consola perché han multato il figlio del giudice per divieto di sosta.
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