
Il vice-disastro si è svegliato. Da qualche giorno il segretario del Pd,
Dario Franceschini, sembra tutt'altra persona. Sarà stato per il quotidiano dei vescovi "L'Avvenire", che ha messo nero su bianco il proprio disappunto per la passione del nostro attempato premier per le teenager, o sarà stata la prospettiva di perdere altri consensi in favore dell'astensione o dell'Italia dei Valori, ma per la prima volta Franceschini
assomiglia a un leader dell'opposizione.
Della svolta non si può che essere felici. Fare opposizione, infatti, non è difficile. Bisogna essere solo puntuali, precisi, e soprattutto costanti. Alle parole della maggioranza
vanno contrapposti i fatti: il prezzo dei biglietti aerei sulla tratta Milano-Roma, gestita dall'italiana (si fa per dire) Cai, aumentati in media del 25 per cento;
l'inceneritore dei rifiuti di Acerra che, inaugurato in pompa magna dal Cavaliere, comincerà a bruciare rifiuti solo il prossimo gennaio; i fondi stanziati per la
ricostruzione in Abruzzo assolutamente insufficienti; le derive xenofobe di parte della maggioranza che proprio oggi con uno dei suoi più noti esponenti, il leghista Matteo Salvini, ha proposto nel più puro
stile Ku Klux Klan posti riservati sulla metropolitana per i milanesi purosangue. Bisogna poi ricordare - di continuo - che il divorzio tra il settatatrenne Berlusconi e Veronica Lario
non è più una faccenda privata visto che la futura ex moglie ha accusato il Cavaliere di «frequentare minorenni».
Riuscirà, dunque, Franceschini a proseguire per questa strada? Personalmente ne dubito. Certo, il fatto che il Pd parli finalmente con una voce unica (la sua) è già un bel risultato. Ma per battere per mesi, anzi per anni, questi tasti
è necessario essere credibili. E se anche Franceschini lo è (o almeno non può essere accusato di satirismo - la versione maschile della ninfomania - o di disonestà evidente) non lo è il suo partito. È inevitabile, infatti, che all'elencazione dei disastri dei berluscones, sempre più spesso nascosti dai media, la maggioranza finisca per contrapporre quelli dei democratici.
Pensate solo a quali formidabili argomenti è oggi costretto a rinunciare il centro-sinistra. Nessuno in quelle fila può parlare di
questione morale, magari per ricordare come nel governo siedano numerosi imputati e condannati per tangenti o per aver favorito reati ambientali, perché la questione morale nemmeno nel Pd è stata affrontata. Nessuno può ricordare l'intreccio sempre più forte tra
finanza-politica e industria, dopo che, nel 2005, alcuni leader della sedicente sinistra sono stati pizzicati in flagrante mentre facevano di tutto per favorire l'Unipol di Gianni Consorte.
L'opposizione di Franceschini è insomma necessariamente limitata. Per questo c'è da augurarsi che il congresso del Pd di ottobre si risolva in un bagno di sangue (per i vecchi apparati). E che finalmente quel partito
si ricordi di avere un codice etico decidendo di applicarlo. Altrimenti si continuerà a vivacchiare attendendo Veronica o la dipartita (magari per over-dose di Cialis) del suo futuro ex marito. Un po' poco perché il centrosinistra possa sperare di tornare al governo nei prossimi dieci anni.
(Vignetta di Bandanas)
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