
Signornò
da l'Espresso in edicola
Appena deflagrò lo scandalo delle ragazze a tassametro chez Berlusconi,
si cominciò a scommettere su quale leader del Pd si sarebbe precipitato
questa volta in soccorso del Cavaliere. Pochi, in ossequio al principio
dell'alternanza, puntavano sul
solito D'Alema, che già aveva
dato tanto alla causa berlusconiana (i 20 milioni in nero presi da un
imprenditore malavitoso, la 'merchant bank' del caso Telecom, la
Bicamerale, le bombe sulla Serbia, il pellegrinaggio a Mediaset "grande
risorsa del Paese", il ribaltone anti-Prodi). Invece, con una prontezza
inversamente proporzionale alla fantasia, l'ottimo Max s'è confermato
una garanzia. Per il centrodestra. La cena elettorale a Bari pagata dal
pappone ufficiale di Palazzo Grazioli,
Giampi Tarantini, e il
viaggetto sulla di lui barca non sono paragonabili a quanto emerge sul
conto del premier. Ma consentono agli house organ azzurri di intonare
il '
così fan tutti'. E dire che era stato proprio il Tafazzi
baffuto, con l'aria di chi la sa lunga, ad anticipare in tv lo scandalo
barese con la
famosa 'scossa' annunciata all'Annunziata.
Una mossa machiavellica, visto quel che si è scoperto dopo: una sorta
di Bicamerale a ore, un giro di squillo che nei giorni pari prestavano
servizio a casa Berlusconi e, in quelli dispari, in un appartamentino
affittato dal dalemiano
Sandro Frisullo, allora vicepresidente
della giunta Vendola. Dopo giorni passati a negare ("Mai conosciuto
Tarantini") e a insinuare ("È un'inchiesta di cui non si capisce
granché"), quando s'è capito fin troppo, D'Alema ha dovuto ammettere
che
qualcosa nella sua regione non ha funzionato. Ma battendo
il mea culpa sul petto altrui: di Frisullo e degli altri 'amici'
beccati a "frequentare gli stessi amici di Berlusconi". Poi, alla festa
della Giovine Italia, se n'è uscito con un imbarazzante sexy-calcolo:
Berlusconi 18 incontri con 30 ragazze, noi molto meno. Cioè:
lui è peggio di noi. Elettori in delirio.
Ora, la prima qualità di un leader è quella di sapersi scegliere i
collaboratori. D'Alema ne azzecca pochini. Il suo braccio destro è
Nicola Latorre,
quello che passava i pizzini al berlusconiano Bocchino in diretta tv,
quello sorpreso nel 2005 dai giudici di Milano a trescare al telefono
non solo con
Giovanni Consorte, ma anche con
Stefano Ricucci,
quello che il 4 agosto proclamava sul 'Corriere' "in Puglia nessuna
questione morale". Un'altra celebre scoperta del talent scout di
Gallipoli è
Claudio Velardi, già portavoce a Palazzo Chigi, poi
lobbista dai multiformi clienti, infine assessore di Bassolino e
'curatore dell'immagine' di
Alfredo Romeo, arrestato per tangenti a Napoli. E l'assessore pugliese alla Sanità
Alberto Tedesco,
ex Psi, ora indagato per corruzione e cacciato da Vendola dunque
promosso senatore, l'aveva imposto Max. Resta solo da capire cos'altro
debba combinare un leader del Pd per essere accompagnato alla porta. A
parte battere Berlusconi due volte su due e chiamarsi
Romano Prodi.
(Vignetta di Bertolotti e De Pirro)IO E LUI - la striscia di Stefano Disegni (clicca sull'immagine per ingrandirla)
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Fonte: l'Unità
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