Ora d'aria
l'Unità, 29 agosto 2008Un caso umano si aggira per le cronache politiche. Il suo nome è
Clemente Mastella. Lo statista ceppalonico,
in astinenza da poltrone
da quando in gennaio rovesciò il governo Prodi abboccando alle lusinghe
del Cainano (che poi non candidò neppure lui e la sua signora), ha
lanciato dal suo blog uno
straziante appello: “Chi crede nel
Centro si faccia avanti”. Nemmeno un commento. Allora s’è trasferito in
Abruzzo, proponendo un “patto” al Pd per una candidatura innovativa (la
sua),
come se il Pd abruzzese non avesse abbastanza noie giudiziarie.
Infatti, nessuna risposta. “La campagna elettorale dell’Udeur inizia da
Ovindoli”, ha annunciato indomito in un comizio dinanzi a se stesso.
Anche la sua signora,
Sandrina Lonardo, indagata a Napoli per
tentata concussione e dunque regolarmente al suo posto di presidente del consiglio regionale della Campania, miete successi a piene mani.
La Cassazione ha appena respinto il suo ricorso
contro l’ordinanza del Gip di Napoli, che le aveva trasformato gli
arresti domiciliari (disposti al Gip di S.M.Capua Vetere) in obbligo di
dimora, poi revocato. La signora chiedeva di dichiarare quel
provvedimento infondato, per farsi risarcire dallo Stato i danni per
l’ingiusta detenzione. Purtroppo la Corte ha stabilito che
la detenzione era giusta e “tutte infondate” erano le sue lagnanze,
condannandola a pagare le spese processuali: avevano ragione i pm e i
giudici di Santa Maria, vilipesi da Mastella & C. come “macchiette
politicizzate” e complottarde.
Purtroppo, a parte
qualche cittadino armato di microscopio elettronico,
nessuno ha saputo della sentenza, relegata in alcuni trafiletti
comparsi su un paio di quotidiani (dai principali tg, invece, silenzio
di tomba). La
sentenza integrale illustra il
sistema clientelare illegale messo in piedi dai Mastella’s.
E fa a pezzi le scombiccherate teorie con cui fior di politici e
commentatori assolsero l’allora ministro della Giustizia e i suoi cari
nella standing ovation in Parlamento e in decine di editoriali. La tesi
è nota:
raccomandare e lottizzare non è reato perché “così fan tutti”
e se i magistrati se ne occupano “invadono il campo” della politica.
Secondo la Cassazione invece “sussistono i gravi indizi di colpevolezza
richiesti dall’ art. 273 Cpp sull’ipotizzato reato di tentata
concussione”. Lady Mastella è “accusata di avere, nella sua qualità di
presidente del Consiglio regionale della Campania, in concorso con il
marito Clemente Mastella” e di altri esponenti Udeur, “
tentato di costringere Luigi Annunziata, direttore generale dell’azienda ospedaliera S.Sebastiano di Caserta, nominato nel 2005 su indicazione dell’Udeur, a
sottostare alle indicazioni del partito”.
Ma Annunziata rifiuta e nomina gente brava, anziché di partito. Apriti
cielo. “Quello è un uomo morto”, strilla la signora al telefono col
consuocero. E tenta di “defenestrarlo”, “anche con una campagna di
stampa”.
Nell’aprile 2007 promuove un’
interpellanza Udeur
“con cui si chiedono spiegazioni al governo regionale circa il possesso
dei requisiti dell’Annunziata per la nomina a dg”. Poi però
l’interpellanza viene congelata: “la Lonardo e gli altri coindagati
fanno giungere all’Annunziata un messaggio di possibile
riconciliazione, facendogli intendere che l’interpellanza può essere
ritirata qualora nomini
De Falco e Viscusi,
‘graditi’ alla Lonardo, primari di neurochirurgia e cardiologia del
S.Sebastiano. Annunziata non accetta l’imposizione. In risposta, la
Lonardo ripropone l’interpellanza”. E
incontra l’assessore alla Sanità per far cacciare Annunziata. “Nella ricostruzione appaiono tutti gli elementi costitutivi del reato di concussione. L’abuso consiste nella
strumentalizzazione da parte dell’indagata dei suoi poteri di presidente del Consiglio regionale:
in tale veste ha esercitato in maniera distorta le attribuzioni del suo
ufficio, piegandone finalità e obiettivi per interessi particolari,
estranei all’interesse pubblico, violando i principi di imparzialità e
buon andamento dell’amministrazione pubblica posti dall’art. 97 della
Costituzione”, il tutto per “
rafforzare la presenza del partito nelle istituzioni pubbliche,
perpetuando una politica di occupazione e spartizione clientelare nei
posti di responsabilità nelle pubbliche amministrazioni, secondo
criteri di appartenenza politica e non di competenza tecnica”. Ecco
perché è stata arrestata e dovrebbe risarcire lo Stato, anzichè batter
cassa dallo Stato. Ed ecco perché si vuole riformare la Giustizia e la
Costituzione.
(Foto di mauro1978 da flickr.com)
Segnalazioni
La Cassazione dà torto ai Mastella (e tutti fingono di non accorgersene) di Uguale per tutti
Leggi la sentenza della Cassazione
Roma, 3 settembre - ore 21
Dibattito in occasione dell'uscita del Bavaglio, il libro di Peter Gomez, Marco Lillo e Marco Travaglio, con introduzione di Pino Corrias.
Con gli autori interverranno Paolo Flores d'Arcais e Sabina Guzzanti.
Teatro Vittoria, piazza Santa Maria Liberatrice, 8
Scarica l'invito
(Evento a cura della Libreria del Testaccio - Vivalibri)
Nomination - di Carlo Cornaglia
Tutti a Denver dove Obama
la sua nomination brama
e Veltroni è in prima fila
e consigli gli rifila
con Fassino e con Rutelli.
Si ricorda i tempi belli
del trionfo alle primarie.
Non vuol darsi delle arie...
Leggi tutto