post:
Ponte Silvio
Vanity Fair, 11 giugno 2008
Il Ponte sullo stretto di Messina di cui Silvio Berlusconi va parlando dal 1994 a oggi è fatto di calcestruzzzo e vanità . Le due torri che a 382 metri di altezza sorreggeranno i 3,3 chilometri di campata sono una sfida all’ingegneria , ma non alla psicoanalisi. Un giorno di dieci anni fa a Arcore, sorseggiando aranciata nel salotto a fiori, confidava che lo avrebbe intitolato “ all’uomo più buono del mondo ”, suo padre, Luigi, il capocassiere della Banca Rasini , da cui tutto cominciò. Oggi ha cambiato idea. No, non su suo padre, e neppure sul Ponte. Ma sull’impronta onomastica da lasciare ai posteri, a sancire una stagione, anzi un’Era italiana, sospesa sul mare blu della Storia, sfidando la geometria delle faglie, le correnti dello ...
continua