di John Hooper
13 maggio 2008
In Italia l'opposizione si é unita al coro di coloro che attaccano un critico del nuovo presidente del Senato. L'opposizione non ha imparato proprio nulla dai rapporti avuti in passato con Berlusconi?
Non c'è voluto molto per individuare nei media italiani gli effetti della vittoria di Silvio Berlusconi. Domenica, il conduttore di un talk show di attualità si é presentato di fronte alle telecamere della Rai, il servizio televisivo pubblico, e ha chiesto perdono alla nazione: "L'offesa non mi appartiene e quando accade non posso che scusarmi". E' stata una scena degna della rivoluzione culturale.
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Suppongo che, in altri paesi, il nuovo presidente sarebbe stato invitato alla puntata successiva del programma per spiegare come mai fosse rimasto coinvolto con certi soggetti. La Rai, invece, si è scusata per averlo offeso. Da parte sua, Schifani ha detto che le accuse di Travaglio si basano su "fatti inconsistenti e manipolati che non hanno dignità di generare sospetti" e ha aggiunto che "qualcuno vuole minare il dialogo tra il governo e l'opposizione".
La frase allude ad un altro aspetto di questa strana storia. Si potrebbe essere indotti a pensare che gli oppositori di Berlusconi del centrosinistra avrebbero colto la palla al balzo per mettere in imbarazzo il nuovo presidente del Consiglio e il suo governo. Nemmeno per sogno. Con l'unica eccezione di Antonio Di Pietro, un ex pubblico ministero anti-corruzione, si sono schierati tutti dalla parte di Schifani contro Travaglio. Il capogruppo del centrosinistra in Senato ha detto che le parole del giornalista erano inaccettabili e ha deplorato il fatto che Schifani non fosse stato presente per confutare le accuse.
Ma, dopo tutto, non é la prima volta che, nella recente storia d'Italia, l'opposizione spera di concludere un accordo con Berlusconi. Spera di persuaderlo ad accordarsi su una serie di riforme, compresa la riforma elettorale, che reputa di vitale importanza per il futuro della nazione. E' per questo motivo che non vuole in alcun modo irritare o, per dirla con Fazio, "offendere" il nuovo presidente del Consiglio italiano.
Ci siamo già passati. Alla fine degli anni '90, quando la sinistra era al governo, alcuni dei suoi leader pensarono di poter raggiungere un accordo con Berlusconi per modificare la Costituzione. Ma le trattative andarono talmente per le lunghe, e furono così complicate, e la collaborazione di Berlusconi venne considerata di tale importanza, che la sinistra finì col dimenticare di mantenere la promessa fatta di approvare una legge che regolasse i conflitti di interesse tra i due ruoli di Berlusconi, quello di magnate dei media e quello di leader di un partito politico. Alla fine le modifiche alla Costituzione non si fecero. E Berlusconi tornò al potere con il suo impero mediatico intatto. Si sarebbe ben potuto immaginare che da tutto ciò avessero imparato qualcosa.
http://commentisfree.guardian.co.uk/john_hooper/2008/05/compromised_by_compromise.html