Circa un paio d’anni fa,
nella sarda proprietà
della villa La Certosa,
il figliol di mamma Rosa
pur se stesso superò
ed agli ospiti mostrò
un vulcano artificiale.
Dal cratere sommitale
falsa lava incandescente
che scendeva lentamente,
pioggia di falsi lapilli
su una banda di mandrilli
e veline scollacciate
nelle danze scatenate.
Tutto bello e variopinto,
ma implacabilmente finto,
dai menhir degli architetti
ai labbron della Parietti,
dallo splendido teatrino
al nuraghe lì vicino,
dai capelli del padrone
alle tette al silicone
di veline appetitose,
dal pudor delle ritrose
all’orgasmo che deflagra
solo a forza di Viagra.
Falso il pizzaiol fornaio,
falso il bianco gelataio,
in realtà soltanto cloni
del barista Berlusconi
che ti offriva da gustar
il suo drink “Rumba del mar”.
Né Veronica né figli,
sol veline, sol famigli.
Dopo ventiquattro mesi
tutti in villa son sorpresi:
è tornata la famiglia,
una vera meraviglia!
La Signora compie gli anni
e per ricucire i danni
di quel gossip che accompagna
Berlusconi e la Carfagna,
per i girotondi rei,
Silvio fa un Family day,
senza star, senza lecchini.
Moglie, figli, nipotini
e, fra i cactus, la sorpresa:
c’è di giostre una distesa,
luna park organizzato
da quel nonno oggi beato
perché è ritornato ammodo
di Angelino grazie al lodo.
Per Veronica è una festa:
senza la Carfagna in testa
per un dì Silvio è fedele,
Sandro, Silvio e Gabriele,
gli adorati tre nipoti
sembran veri terremoti,
sempre in giostra, qua e là,
lei coi suoi tre figli sta,
tutti insieme, finalmente.
Guardi in giro, il nonno è assente…
L’han cercato e il birichino
se ne stava nel teatrino,
con la giostra preferita.
Dall’America partita,
fa furore in questi giorni
in un parco nei dintorni
di Milano, all’Idroscalo
e si è fatto un bel regalo,
comperandola per sé.
“Bene, ma, che giostra è?”
La più attual delle attrazioni:
sedia elettrica a gettoni..
Con un euro, in un minuto,
il colpevole è fottuto:
due o tre scosse, un po’ di fumo,
di pietà nemmeno un grumo
e il soggetto è fulminato,
in avanti ripiegato.
E’ soltanto un manichino,
ma, pensando a un clandestino,
si divertono i padani,
a ogni colpo un battimani.
“Ma il premier non è così,
è miglior di quelli lì!”
Con l’aiuto di Angelino,
Silvio ha tolto il manichino
e ci ha messo la Giustizia.
La sua massima delizia
è veder l’esecuzione:
Angelin schiaccia il bottone,
Silvio grida: “Toghe rosse!”,
fil di fumo, due o tre scosse
e…Giustizia fulminata.
E’ davvero una figata.
Con Alfano per ministro,
questo gioco un po’ sinistro
piace all’uom tornato ammodo.
Berlusconi, dieci e lodo!
Carlo Cornaglia 23 luglio 2008