Si ripete un copione vecchio assai,
già visto e sopportato nel passato:
andare ai suoi processi non può mai
poiché ha troppo da fare l’imputato.
Son legittimi ed istituzionali
gli impegni denunciati da Ghedini
e come gocce d’acqua sono eguali
a quelli che ascoltò la Boccassini
ai tempi del processo per la Sme:
del Milan la finale in Inghilterra,
un pranzo in Lussemburgo per la Ue,
un viaggio per risolvere la guerra
fra Stato d’Israele e Palestina,
finita appunto sol grazie all’umét.
Morto il lodo, una Corte meneghina
lo convoca al processo Mediaset,
ma il Berlusca da Roma fa ciao, ciao.
E’ la fame nel mondo un cruccio tale
che in permanenza sta al vertice Fao
col libico Gheddafi, suo sodale.
Al tribunal Ghedini ha già spiegato
che al diciotto gennaio ci sarà,
ammesso che un impegno inaspettato
non intervenga a dargli l’altolà.
Un giornalista attento ed efficiente
ne ha visto per un attimo il carnet:
è vero ahimé, giammai sarà presente
nei tribunali il povero premier.
Alla Merkel va un giorno a far cucù,
un altro sta alla festa di Noemi,
il terzo sta con Vespa alla tivù,
Va a Kabul a risolvere i problemi
che ha tutto il mondo con il talebano,
sta un giorno con Patrizia nel lettone,
un giorno sta col Papa in Vaticano
tentando di ottener la comunione.
Un giorno andrà in Finlandia a far la corte
alla Halonen, la vecchia presidente,
un altro starà chiuso in cassaforte
a calcolar la sua ricchezza ingente.
Un giorno andrà negli Usa dal texano
a consolare il vecchio pensionato,
un giorno andrà in un circo a fare il nano,
un altro andrà da Obama, l’abbronzato,
per dargli qualchedun dei suoi consigli.
Un giorno va alle nozze di Apicella
con la Carfagna, un giorno sta coi figli,
un giorno va dai coniugi Mastella
per consolarli in quel di Ceppaloni.
Un giorno con il Milan va in trasferta
per vincere la Coppa dei Campioni,
un altro accetta l’allettante offerta
di un gruppo d’escort molto generose,
un altro ancora va da Méssegué
per riuscir, grazie a cure portentose,
a soddisfar Daniela Santanché.
Un giorno va a dar casa agli aquilani,
un altro va a spazzare la monnezza
dalle contrade dei palermitani,
un altro ancora, per la sicurezza,
va con Bobo Maroni a far la ronda.
Un giorno ammazza la democrazia,
un altro la Costituzione affonda,
il terzo con la croce va per via,
quella che, ahimé, la Ue tolse dal muro.
Un giorno suda dentro un bianco lino
per farsi venerare nel futuro
come la sacra Sindone a Torino.
L’ultimo giorno andrà da Santo Pio
perché con il suo fare celestiale
riesca ad ottenergli dal buon Dio
l’esenzion dal Giudizio Universale.
Carlo Cornaglia 17 novembre 2009