Quando al Manzoni Silvio la incontrò, nella pièce Il magnifico cornuto la Lario recitava. Lo trovò nel camerino e in meno d’un minuto sbocciò fra loro un vero, grande amore. Il Cavaliere, perso il comprendonio, dimostrò tali doti da amatore da arrivar con tre figli al matrimonio. Dopo trent’anni Silvio è sempre eguale: quando vede un bionda diciottenne si scorda d’esser tutto artificiale ed attacca drizzando…le sue antenne. A Portici ha incontrato una famiglia, Anna la mamma, il babbo Benedetto e Noemi, la diciottenne figlia, che deve avergli fatto un certo effetto. La fanciulla che vuol fare l’attrice un album di sue foto gli ha mandato su esortazione della genitrice che da valletta ha un nobile passato. Berlusconi, sentendo un non so che, si presenta alla festa di Noemi e le dona un magnifico collier, della moglie attirando gli anatemi. La sua avvocata convoca la Lario: “Non sto con chi frequenta minorenni, è tempo di tirare giù il sipario dopo aver sopportato tre decenni! Sulle vergini che si danno al drago per la fama, il successo ed il denaro e sull’imperator che cerca svago c’è sol da inorridire, mi separo! Ho offerto sempre aiuto a mio marito, ho chiesto lo aiutassero i lacché come si fa con uno un po’ bollito…, ma ora basta, divorzio dal premier!” Mentre il Berlusca ciancia di un complotto col quale hanno ingannato la Signora, per aumentare ancora un po’ il casotto di ascoltare i Letizia è giunta l’ora. Anna Palumbo inizia, la mammà: “Come conobbi Silvio? Per favore…, la privacy, mi chiedo, dove sta?” “Veronica la tengo nel mio cuore, ma se la prende troppo, non è il caso…” “Le mie fotografie? Non ve le do, siete proprio dei grandi ficcanaso. Solo papi, se vuol, mostrarle può. So qual sarà la strada da seguire il dì che decidessi di mostrarle: litigherò con Berlusconi e il Sire a Libero dirà di pubblicarle.” “Quanto a Noemi, cucciolo stupendo, è cresciuta alla luce del Vamgelo…” Parla il papà: “La privacy difendo: perché di Silvio amico? Non lo svelo.” “Se sono separato? Non lo dico, il tempo è galantuomo e spiegherà.” “Le sintonie col Cavaliere? Amico, ci uniscon per lo men tre affinità: l’affinità politica per cui io sto del Pdl nelle schiere, il fatto che amo il bello, come lui e son galante come il Cavaliere.” Infine parla il biondo bocconcino: “Corro a trovarlo a Roma ed a Milano poiché lavora tanto, poverino, e da Napoli sta sempre lontano…” Il succo della storia è una domanda: “Dei tre della famiglia dei Letizia, l’ex valletta, il sodale e l’educanda, qual è che al Cavaliere tanto sfizia? La dama della qual tiene le foto, la fanciulla alla qual dona i collier o il babbo dal passato oscuro e ignoto? Su, San Gennaro, faccelo sapé!” Il Santo tace, parla il presidente che si è precipitato a Porta a porta: “Veronica si è fatta ingenuamente turlupinar da una sinistra accorta che manovra cronisti in malafede. Se vuol la verità, si legga Chi, vedrà che non son certo un ganimede, anche perché, con quell’affare lì, io sono duro solo nei divorzi. Sono pur sempre un over settantenne e le assicuro che, benché mi sforzi, non ce la fò con una minorenne.”Carlo Cornaglia6 maggio 2009